sabato 13 gennaio 2018

The End

Eccoci giunti alla fine del nostro viaggio alla scoperta del corallo artificiale.
E' allora il momento di trarre le conclusioni e di dare un senso a questo percorso a tratti tortuoso.
Perchè un blog sul corallo, per di più artificiale? Questa sorta di diario di bordo nasce da un progetto assegnatomi durante un corso universitario. Il corso si chiama Storia delle Cose, ed è tenuto dal Professor Vittorio Marchis al Politecnico di Torino.
Se vi state chiedendo perchè un corso di Storia in un Politecnico, spero che tra poco vi sia tutto più chiaro.
Dimenticavo, mi chiamo Alice e sono una studentessa di Ingegneria dei materiali.
Il mio percorso universitario è stato caratterizzato, ovviamente, da studi scientifici e tecnici. Fino ad ora, le Cose, ho studiato come farle. Ho scoperto di cosa sono fatte. Nel mio futuro lavoro, molto probabilmente, contribuirò a crearle, delle Cose.
Ma se è vero che la specie umana è sopravvissuta grazie al racconto, alla fantasia, alla narrazione, allora tanto più noi ingegneri, architetti, progettisti del futuro, dobbiamo conoscere ciò che le Cose portano con sè: storie, misteri, metafore, innovazioni... e dobbiamo a nostra volta saperle raccontare.
Non solo: dobbiamo saper "pensare laterale", dobbiamo saper cercare informazioni, dobbiamo saperci arricchire di esperienze.
Penso che il blog sia dopotutto il prodotto di queste riflessioni.
Non nego che, quando dopo aver digitato "corallo artificiale" mi sono apparse solo piantine decorative per acquari vendute online, ho pensato di non farcela.
Ma alla fine cercare materiale per questo blog mi ha insegnato che c'è sempre qualcosa da scoprire, anche quando sembra davvero impossibile, e che c'è sempre qualcosa da imparare. Anche dal corallo artificiale...

Il protagonista di questo blog è artificiale, nell'accezione non di ciò che è semplicemente creato dall'uomo, ma di ciò che l'uomo ha creato a immagine e somiglianza di qualcosa di naturale. Un naturoide, per dirla alla Massimo Negrotti. E questo blog, dicevamo, è una sorta di diario di bordo di un viaggio interdisciplinare attorno al corallo artificiale, che è cominciato con una mappa concettuale abbozzata e si conclude con questa sintesi.

Poichè esso è fondamentalmente un'imitazione del naturale, i suoi elementi, le sue forme e le sue funzioni ricalcano quelle dell'originale, fornendone di fatto un'alternativa più economica e più rispettosa dell'ambiente marino. Già, perchè il fondo dei mari e degli oceani è alquanto maltrattato in questo periodo storico: l'acidificazione delle acque sta lentamente distruggendo le barriere coralline naturali ed urge un significativo cambiamento delle politiche di salvaguardia dell'ambiente. Nel frattempo, due grossi team di ricerca, in Australia e in Cina, hanno cercato delle soluzioni per contenere i danni, utilizzando proprio del corallo artificiale...
La ricerca scientifica che lavora con il corallo artificiale è anche di altro genere. Durante una lezione di Materiali ceramici avanzati ho scoperto la possibilità di realizzare dei materiali porosi che imitano la struttura del corallo, addirittura utilizzando il corallo stesso come modello a perdere. Questi materiali hanno notevolissime applicazioni nel campo dei filtri per sostanze tossiche e nel campo biomedico.
Se questo è il presente del corallo artificiale, il suo passato si fonde con quello del corallo naturale, e racconta di amuleti magici per la protezione dei bambini, di talismani portafortuna, di scambi commerciali attraverso la via della seta. La sua storia lo ha arricchito di significati simbolici che si porta dentro tutt'ora. E' in un'epoca antica di superstizioni e credenze religiose che è nato il cornetto napoletano. Oggi lo si trova principalmente in plastica, ma il suo colore rosso è dovuto al fatto che originariamente veniva prodotto lavorando il corallo!
Chi realizzava questi piccoli oggetti era un artigiano, mentre adesso la maggior parte della produzione è di tipo industriale. I materiali più utilizzati sono principalmente polimerici o ceramici, a seconda dell'utilizzo. Esiste poi una produzione artistica, di design, in cui il corallo artificiale diventa vera evocazione di quello naturale, piuttosto che semplice imitazione.
Se c'è qualcuno che produce, ci sarà pure qualcuno che utilizza. Ecco allora che cercando di mettere a fuoco gli utilizzatori del corallo artificiale, mi sono imbattuta in diversi blog di acquariofili, che mi hanno incuriosita circa la storia dell'acquario e della funzione del corallo artificiale al suo interno.
Le altre narrazioni intorno al corallo artificiale sono fondamentalmente articoli di giornale e pubblicità.
Forse la sua natura decorativa non gli ha permesso molte parti da protagonista: la letteratura e i fumetti non si sono occupati di corallo artificiale.
Una comparsa in televisione, però l'ha fatta: è nell'acquario di un cartone per bambini, in cui i protagonisti sono due pesciolini!
Chissà che prima o poi non sfondi sul grande schermo...
Nel caso, chi si accingerà a raccontare del corallo artificiale dovrà usare la propria lingua, e attingere dalle parole chiave che girano intorno a questo prodotto dell'uomo. L'importanza del linguaggio e della comunicazione è stata affrontata in questo progetto sia in modo "tecnico" che in modo "artistico". In modo tecnico, attraverso la traduzione in più lingue di "corallo artificiale" in uno dei primi post e di altri termini appartenenti alla sua realtà in un "glossario trilingue". In modo artistico, andando a cercare ventuno parole che avessero a che fare con il corallo artificiale. E' nato così un abbecedario del corallo artificiale, che è stato anche illustrato per dare maggior potenza evocativa alle parole. Un intreccio di elementi diversi, tutti imparentati in qualche modo con il corallo artificiale.
La necessità di raccontare si intreccia con quella di documentare. Due documenti sono stati oggetto di analisi di questo blog: un articolo di giornale e diversi brevetti. Il primo testimonia il progetto dei ricercatori cinesi di cui abbiamo già parlato. I brevetti invece si trovano principalmente in merito alla sintesi di materiali con cui realizzare del corallo artificiale o su come utilizzarlo in campo biomedico.
In mezzo a tanta narrazione compaiono anche delle informazioni più "tecniche", che ci servono per catalogare il nostro prodotto in modo oggettivo. Quali numeri hanno a che fare con il corallo naturale? Quali grafici lo descrivono? Quali sono le sue specifiche tecniche? E' associato a dei rischi?
Trovare le risposte a queste domande non è stato immediato. Come vi ho detto subito, il corallo artificiale è utilizzato in moltissimi modi diversi, per le stesse funzioni che competevano al corallo naturale. I dati tecnici sono allora diversi a seconda di ogni tipo di prodotto e non è possibile farne una sintesi. Vi ho però mostrato degli esempi, così che possiate vedere anche voi i risultati della mia ricerca. Per quanto riguarda i grafici, invece, ho attinto dai miei studi: vi mostro un grafico ideato da forse il più importante guru dell'ingegneria dei materiali moderna!
Ci saranno anche due piccoli extra, in cui ho inserito qualche riflessione laterale. Ah! C'è anche un piccolo viaggio attraverso i luoghi del corallo artificiale e una riflessione sul suo significato metaforico.

La smetto. Se siete arrivati fin qui a leggere vi ringrazio e spero di non avervi annoiato troppo, vi avevo preannunciato una sintesi e invece temo di non essere stata molto sintetica.
Questa sorta di riassunto vuole principalmente presentarvi le idee con le quali mi sono approcciata a questo blog e il significato che gli ho attribuito.
Ecco a voi il corallo artificiale e le storie che ci può raccontare...

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